Il testamento Danadieu by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: narrativa
editore: Bandinotto
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

«Caro signore,

«vorrà perdonarmi se, dopo tutto quello che ha fatto per me, non le ho scritto prima. Non cerco scuse. Non ne ho. Mi domando ancora come sono passati questi ultimi giorni; mi sembra sia trascorso così poco tempo da quando lei, alla Rochelle, mi ha dato rifugio.

«Le dico brevemente che appena arrivata a Parigi sono andata di corsa in Faubourg Saint-Honoré dalla signora Jane che, dopo aver letto il suo messaggio, mi ha ricevuta molto gentilmente.

«Anche troppo gentilmente, me ne rendo conto ora, perché già l’indomani mattina ho iniziato a lavorare da lei come commessa. Si immagini che misera commessa sono io!

«Ci sono specchi dovunque, qui. Non muovo un passo senza vedermici, senza osservare la mia povera faccia di provincialotta e i vestiti di cui andavo così orgogliosa.

«Anche delle clienti ho soggezione. Per fortuna questa è la stagione morta per i cappelli, e ci sono poche visite. Così la signora Jane può insegnarmi il lavoro senza troppa fatica.

«Quanto a me, semplicemente, non mi ci raccapezzo più. Non penso più. C’è troppo rumore, troppa animazione, sono troppe le cose nuove intorno a me. Ogni tanto mi capita, se mi lasciano da sola in un angolo, di tornare per un attimo me stessa, e allora c’è sempre una collega che pensa a riportarmi bruscamente alla realtà e a riderci su.

«Non so che cosa lei abbia scritto alla signora Jane per far sì che si dimostri - e con lei tutti quanti - così gentile verso di me.

«Non ho neanche dovuto cercarmi una stanza da sola. La prima sarta mi ha accompagnata, mi ha dato consigli, e ora mi fa fare un abito di seta nero uguale a quello che tutte loro indossano.

«Abito in Boulevard des Batignolles. È qui, al numero 28, che lei può scrivermi, se ancora le sto a cuore. Nel frattempo non so come ringraziarla. Non so più niente. Mi sono immersa in una nuova vita e credo proprio che finirei con l’essere contenta se il pensiero di mio padre non continuasse a tormentarmi.

«Sono stata tentata di scrivergli ma sono quasi sicura, da come lo conosco, che non leggerebbe le mie lettere. È infelice perché non capisce. Ma, del resto, come fargli capire?

«Potrà tornare alle ferrovie? Come se la caverà da solo, in casa?

«Se mai lo incontrasse, cerchi di sapere, la prego, cerchi di dirgli... Ma lei sa meglio di me che cosa bisognerebbe dirgli.

«Nel frattempo voglia credere alla mia eterna riconoscenza.

Odette».

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